Turismo (e digestivo) a Km 0: l'Abbazia greca di San Nilo
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Cortile Sangallo |
Devo confessare che ho avuto modo di vergognarmi di me: un complesso tanto bello che racchiude oltre mille anni di storia, a due passi da casa, snobbato totalmente. Anzi, non proprio totalmente. Con ancor più vergogna, ammetto che mi è tornato in mente qualche tempo fa, quando ha fatto da location a una scena di Suburra (nell'episodio in cui "zi' prete", Monsignor Theodosius, alta carica del Vaticano col vizietto del sesso di gruppo, si rifugia in un convento fuori Roma per evitare di essere ricattato a causa di un video hard che lo vede protagonista). Oppure me ne ricordo quando, nelle domeniche più pigre, vado al chiosco da Lele per pranzare con un panino farcito. Quello che a Roma Nord si chiama street food, ma secondo Roma Sud rende meglio se definito porchettaro.
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Anziano col cappello |
Complici condizioni meteo non particolarmente soleggiate, si viene immediatamente catapultati in un'atmosfera degna degli intrichi da "romanzo storico giallo". Per poi tornare altrettanto rapidamente alla realtà quando, nel tragitto verso il museo incrocio il più classico degli anziani col cappello. Bellissimo. Il Cortile Sangallo immerso nel silenzio con il suo giardino autunnale, colorato e profumato dalle arance sugli alberi, dona pace ai sensi. Il Museo archeologico, dopo lunghi anni di interdizione al pubblico - oltre 15 - da poco è tornato a svelare i reperti gelosamente custoditi per secoli dai monaci basiliani, e gli straordinari ritrovamenti della località Ad Decimum, tra cui una camera sepolcrale risalente all'età imperiale.
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Chiesa Santa Maria delle Grazie |
La Chiesa è un vero gioiello all'interno del quale si riconoscono i simboli del passaggio delle famiglie Colonna, Farnese e Barberini.
All'interno della chiesa è ancora presente una cella sepolcrale un tempo annessa a una villa romana, dove era probabilmente custodita la tomba della figlia di Cicerone, Tulliola. La cella, chiamata Crypta Ferrata è il nucleo da cui è partita la costruzione del Monastero e anche l'origine del nome della città di Grottaferrata.
Soddisfatta della gita, ho sentito l'esigenza, dato l'ingresso interamente gratuito, di sdebitarmi in qualche modo, magari acquistando qualche produzione tipica dei monaci basiliani. La scelta è ricaduta sull'ottimo olio balsamico e sul digestivo artigianale, un amaro non particolarmente alcolico ma dal sapore forte di erbe e tradizione.
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Crypta Ferrata |
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